Formazione


Corso di Perfezionamento per Responsabile di Progetti Culturali

 

Area Studenti


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Informazioni generali | Modulo di iscrizione | Progetti concordabili

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Comune di Valenza (AL)
Settore Attività Culturali

[Di]vino San Rocco:
la piola culturale di Valenza

INDICE

L'organizzazione

Comune di Valenza
Assessorato ai Beni Culturali
Via Pellizzari, n. 2
cap 15048 - Valenza (AL)

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Missione e visione strategica

Recupero, tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, ambientale e culturale per il miglioramento della qualità della vita delle persone di ogni fascia d'età che abitano nel Comune di Valenza o vi si recano per qualunque motivo.

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Il progetto: origine e motivazione

Il Comune intende, attraverso una gestione mista pubblico/privata, dare vita, nel recuperato complesso architettonico dell'ex chiesa San Rocco, ad un centro culturale polifunzionale in grado di autofinanziarsi attraverso l'annesso locale "vineria", che promuova eventi significativi in ambito provinciale.

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Idee e contenuti

Nel mese di dicembre 2000 venne presentato all'Amministrazione comunale il progetto esecutivo per la creazione del Centro Polifunzionale San Rocco, redatto dagli Architetti di Alessandria, Rosa Maria Cappa, Marco Pugno e Teresa Rossi, su committenza dell'Amministrazione. Tale progetto contiene, oltre ad una relazione generale, lo schema di contratto d'appalto, il capitolato speciale, il computo metrico estimativo ed il quadro economico, nonché gli elaborati grafici, le relazioni tecniche, la valutazione dei costi e delle misure di prevenzione e protezione ed infine il piano di sicurezza. Oltre al recupero dell'ex chiesa ed al relativo ampliamento del complesso, mediante l'acquisizione e la ridefinizione di altri fabbricati adiacenti, vi si considerava anche la sistemazione degli spazi circostanti, costituiti dalle aree di Piazza dello Statuto e del Largo della Colombina. Il nostro progetto, denominato [Di]vino San Rocco, prende invece in esame l'utilizzo e la gestione del complesso architettonico dell'ex Chiesa di San Rocco, ubicato nel centro storico di Valenza, per fini enogastronomici e culturali, tralasciando la risistemazione degli spazi circostanti.

L'idea base è quella di creare un luogo di aggregazione nel quale la fruizione di offerte culturali e la possibilità di acquisire conoscenze, non sia sentita in maniera "pesante", ovvero faticosa, dal fruitore ma sia percepita e partecipata come gradevole intrattenimento. Da qui nasce la volontà di farsi promotori di cultura, realizzando uno spazio, un contenitore attivo, comodo, piacevole, accogliente nel quale vengano ospitati: concerti acustici, conferenze, incontri, presentazioni, esposizioni temporanee, spettacoli teatrali.e quant'altro, accompagnati dalla degustazione di prodotti enogastronomici di qualità, non necessariamente legati al territorio provinciale - questi già esaustivamente commercializzati e promossi nel confinante territorio monferrino - bensì aperti al gusto nazionale e a quello internazionale che si va sempre più imponendo. Quindi, a dimostrazione della variegata offerta di spettacoli, un luogo aperto alle diverse proposte culturali e non ingessato in una monocultura, quale può essere quella (orafa) che caratterizza Valenza nel bene e nel male. Un luogo dove il sapere e i sapori si fondono per comunicare meglio conoscenze ed emozioni.

Non è quindi pensabile, per questo tipo di locale, un utilizzo del cibo come puro corredo o sottocomprimario rispetto ad altro; anzi, la qualità, l'originalità, l'autenticità, "la salvaguardia della specificità" dei prodotti enogastronomici offerti, legata ad un vantaggioso rapporto qualità/prezzo per i fruitori, deve diventare la caratteristica portante e quindi vincente del locale. La customer satisfaction, si realizza solo se si fornisce loro un prodotto-servizio di qualità. <<si eroga un servizio di qualità nel momento in cui il livello attesa dal consumatore è pari alla che egli percepisce e sperimenta>Si eroga un servizio di qualità nel momento in cui il livello di qualità attesa dal consumatore è pari alla qualità che egli percepisce e sperimenta> (I luoghi del gusto - Davide Paolini - Ed. Baldini & Castoldi 2000). In questo modo il cliente/utente tornerà ed esprimerà un giudizio favorevole, se ne farà portavoce innescando un utilissimo passa parola, presterà meno attenzione alla "concorrenza", acquisterà altri prodotti/servizi proposti.

Il consumo di prodotti gastronomici di un determinato territorio, accompagnato da spettacoli rappresentativi della stessa area geografica e culturale, diventa quindi un modo per appropriarsi, o riappropriarsi dei legami tra l'individuo e le peculiarità di quel territorio e riconoscerne le dinamiche e le tradizioni.

La creazione di questo centro polifunzionale corrisponde però anche ad altri obiettivi:

  • la riqualificazione urbana della zona, per accrescerne e migliorarne la vivibilità, prevedendo anche la possibile creazione di un'area pedonale, comprendente proprio Piazza Statuto e le vie limitrofe; da questa, mediante un collegamento con quella "tradizionale" di Corso G. Garibaldi, sarà possibile offrire al cittadino e visitatore un unico percorso pedonale che raccordi il "centro-vetrina" della città con il vero e proprio "centro-storico". Questo percorso diventerebbe l'asse portante dell'intera concezione urbanistica valenzana e condurrebbe all'area dei valloni proiettati verso il fiume Po (attualmente in fase di recupero strutturale), con un effetto panoramico "a discesa" di sicuro effetto e di pratica fruizione;
  • l'apertura di uno spazio, contenitore di molteplici eventi, porterà alla diversificazione e alla dilatazione delle opportunità di fruizione di prodotti culturali, (attualmente quasi di esclusiva pertinenza del Centro Comunale di Cultura), e sarà inoltre in grado di fornire un maggior numero di risposte alle richieste di gruppi, associazioni e circoli culturali o appartenenti al mondo del volontariato che legittimamente rivendicano spazi e servizi per espletare le proprie attività. Questo porterà, di conseguenza, ad un alleggerimento degli "impegni" dell'attuale Centro Comunale di Cultura, permetterà di liberare risorse e consentirà quindi di esercitare una economia in relazione alla gestione sia del personale che della struttura;
  • la creazione di un luogo di aggregazione aperto anche nelle ore serali, vuole essere anche un'indicazione, un motivo ed un incentivo per determinare nei cittadini una crescita ed un consolidamento del proprio rapporto con la città ed i servizi ricreativi/culturali che essa mette a disposizione. Un nuovo ed "originale" punto di ritrovo nel quale trascorrere piacevolmente le serate, può diventare inoltre, per gli utenti delle zone circostanti, un motivo per invertire la tendenza ad individuare nella città, esclusivamente un luogo di lavoro, sia pure "dorato", ma da disertare quando si tratta di trascorrere gratificanti momenti extra lavorativi;
  • l'apertura della "vineria" strettamente connessa al centro e la conseguente gestione mista pubblico/privata, darebbe all'Amministrazione comunale la possibilità di aprire e mantenere un suo edificio di significativa importanza storica e sociale, di produrre cultura e servizi, senza praticamente alcun onere aggiunto in relazione alla gestione della struttura;
  • infine, il Centro si inserisce (racchiudendo tutti i motivi sopra descritti) in un più complesso progetto di ricollocazione degli spazi socio/culturali di proprietà comunale e, conseguentemente, di ridefinizione di tutta la politica culturale di Valenza, ponendosi, come luogo e momento aggiuntivo, accanto alla creazione del Museo di Arte Orafa ed al trasferimento della Biblioteca civica nei locali di Palazzo Pastore, all'apertura del Teatro Sociale, al riutilizzo di Palazzo Valentino (ora sede della Biblioteca e del Centro Comunale di Cultura).

Per quanto riguarda la gestione dell'intero complesso non si ritiene conveniente ipotizzarla direttamente di competenza comunale. Questo, da una parte, per "svincolare" il centro dalle inevitabili lungaggini burocratiche, per evitare fumose ed inconcludenti Commissioni e per mettere al sicuro la struttura dall'incognita che inevitabilmente è portata dai cambi di amministrazione. Dall'altra perché pensiamo che una tale struttura possa funzionare solo con personale altamente motivato, gratificato dal proprio lavoro, che voglia far coincidere con questo i propri interessi culturali. Immaginiamo dunque l'opposto di ciò che rappresenta lo stereotipo di un "impiegato comunale".

Pertanto si ricercherà una cooperativa o una Associazione (oppure se ne favorirà la creazione ex novo), caratterizzata da forti legami con la città, a cui l'Amministrazione comunale affiderà, per x anni l'organizzazione ed il funzionamento del centro per la parte che il Comune non intenderà riservare a sé stesso. Il Comune da una parte pretenderà un affitto "simbolico" sull'intero complesso, e dall'altra, attraverso una precisa convenzione, "vigilerà" sul funzionamento, collaborando in modo proattivo e riservandosi la possibilità, dal lunedì al giovedì, di organizzare/gestire direttamente spettacoli, mostre e quant'altro, oppure di "affittare" a terzi la sala polifunzionale vera e propria e l'annesso palcoscenico per l'autonomo dispiegarsi di altre attività da parte di altri soggetti.

La gestione del locale "vineria" sarà invece totalmente a carico del soggetto esterno che potrà anche, nei fine settimana, utilizzare gli interi spazi del complesso, compresa la sala polifunzionale ed il palco, offrendo, oltre ai prodotti enogastronomici, anche la possibilità di ascoltare musica dal vivo e partecipare ad eventi spettacolari con una forte valenza culturale.

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Obiettivi

Professionali

  • il raggiungimento degli obiettivi culturali ed economici prefissati;
  • la realizzazione di un progetto innovativo, nella tradizione culturale della nostra città, sia dal punto di vista dell'offerta dei prodotti che della gestione, in particolar modo per una Amministrazione pubblica;
  • la creazione di un gruppo di lavoro interno al Comune, competente, qualificato e capace di lavorare per progetti.

Economici

  • la realizzazione di una struttura in grado di autofinanziarsi;
  • il contributo alla creazione di nuovi posti di lavoro destinati soprattutto alla popolazione giovanile.

Artistico-culturali

  • l'aumento dell'offerta culturale della nostra città;
  • il rafforzamento del rapporto fra cittadini e servizi culturali offerti, avvicinando nuovo pubblico, con particolare attenzione a quello giovanile;
  • l'apertura di uno spazio disponibile ad ospitare ed ampliare le proposte artistico/culturali che potranno essere espresse dai cittadini, in particolare dai più giovani;
  • la promozione della cultura dello slow food.
Coerenza tra gli obiettivi primari dell'organizzazione e quelli del progetto

Se il governo locale ed in particolare i settori delle attività culturali, dell'urbanistica e dei beni culturali, che si identificano in due degli Assessorati che compongono l'Amministrazione comunale di Valenza, devono proporsi come obiettivo primario la salvaguardia degli spazi ed il miglioramento della (tanto abusata definizione) "qualità della vita", allora la concretizzazione degli aspetti progettuali sopra descritti rappresenta un sicuro momento di riqualificazione ambientale, sotto tutti gli aspetti.

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Stakeholders

Ad affiancare l'Amministrazione Comunale di Valenza in questa operazione che produrrebbe notevoli benefici circa l'apertura di nuovi spazi e, di conseguenza, la disponibilità di altri luoghi (ora destinati ad altre attività), per favorire la riorganizzazione delle iniziative e dei servizi alla cittadinanza, dovranno sicuramente assicurare la propria presenza altri enti.

La Provincia di Alessandria e la Regione Piemonte, attraverso i propri Assessorati alle politiche culturali e sociali. Questi ultimi rappresentano i partners preferenziali con i quali dialogare, intraprendere rapporti di collaborazione al fine di organizzare manifestazioni ed eventi, per quanto riguarda l'offerta culturale e ricreativa.

Strettamente connessi, quali referenti principali dei suddetti Assessorati, sono le associazioni culturali del territorio, le cooperative, gli operatori culturali ed i singoli artisti, senza i quali non è ovviamente possibile dar vita ad una programmazione di qualità e tale da far distinguere il luogo dalle numerose offerte apparentemente similari. Inoltre, la possibile utilizzazione dello spazio spettacoli come luogo disponibile per prove teatrali, musicali o altro, rappresenta un'altra interessante caratteristica del Centro polifunzionale, in grado di attrarre i soggetti interessati nella preparazione e svolgimento delle proprie attività.

Se questi sono gli interlocutori fondamentali per quanto riguarda la valenza culturale del Centro, altri e diversi possono essere i soggetti interessati ad una collaborazione per lo "sfruttamento" del settore enogastronomico. In primo luogo le diverse Camere di Commercio: quella di Alessandria ma anche quelle di altre province. E poi i produttori di vini, di formaggi, di salumi e quanti altri vogliano veicolare, attraverso il locale, la conoscenza dei loro prodotti di qualità. Infine, ma non ultime, tutte le imprese, artigianali e non, che potranno utilizzare il locale per la presentazione dei propri prodotti, creando, o sponsorizzando la creazione di "eventi" collaterali alla presentazione.

Altri fondamentali interlocutori dovranno essere gli organi di informazione sia in ambito locale che operanti in una più vasta area territoriale. Con questi soggetti si dovrà collaborare, oltre che per garantire la più ampia promozione dell'attività del Centro, anche per creare eventi sfruttando la capacità di penetrazione e la capillarità di intervento dei media, soprattutto le radio locali.

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Contesto

Troppo semplice sarebbe affermare che Valenza non è solo la "città dell'oro" ed assegnarle una diversa "destinazione d'uso", senza effettivamente agire, per aggiungere qualche altro aggettivo di connotazione, ed individuando qualche altro elemento che, almeno mentalmente, consenta altre associazioni. La carenza di luoghi d'intrattenimento "serali", se si escludono discoteche, bar e locali da ballo, è evidente non solo nella nostra città ma anche in tutti i principali centri della provincia, capoluogo compreso.

Localizzata tra l'alessandrino ed il Monferrato, Valenza, con popolazione residente di 20.747 persone al 31 dicembre 2001, fa parte di uno dei sei centri capizona della provincia, oltre ad Acqui Terme, Casale Monferrato, Novi Ligure, Ovada e Tortona. Questi centri, unitamente al capoluogo, costituiscono il tessuto connettivo di un territorio assai suddiviso e frastagliato, nel quale le singole aree locali difficilmente si pongono in rete tra loro, tanto che solo una piccola parte dei residenti dei diversi centri (il segmento più dinamico ed aperto) è disposta ad attraversare la provincia per presenziare ad iniziative che si sviluppano in centri zona diversi da quelli di residenza. Caratteristici in tal senso sono i pubblici teatrali (laddove, ovviamente esiste un vero Teatro). Ma il discorso vale anche per Valenza, priva di una effettiva struttura teatrale.

Questi utenti partecipano, mediante la formula dell'abbonamento o in modo saltuario, alle rassegne programmate dai Teatri civici del proprio Comune di residenza, senza quasi mai frequentare altri palcoscenici, se non quello di Alessandria, in occasione di spettacoli di grande richiamo popolare. Lo stesso negativo fenomeno "localistico" è rappresentato, in relazione all'informazione, dalla presenza di un organo di informazione locale (con uscita plurisettimanale per ognuna delle città capizona, venduto unicamente in quella città e quasi sconosciuto (magari neppure presente nelle edicole) ad appena trenta chilometri di distanza: fa eccezione il quotidiano "La Stampa", nelle pagine dedicate alla cronaca locale, per il ruolo più importante rivestito nel settore della carta stampata dal quotidiano torinese.

Tuttavia questo giornale, per mancanza di spazio non può fornire un'informazione né completa né esaustiva circa gli avvenimenti sul territorio, né tantomeno approfondirne i contenuti. E' forse significativo che il bisettimanale più letto a Valenza (con pagine dedicate, oltre che ad Alessandria, anche a Tortona, Novi Ligure, Acqui Terme e Casale Monferrato), si chiami "Il Piccolo" e quelli locali "Il Novese", "Il Monferrato", "Panorama di Tortona", "L'Ovadese". Scarsità di visione globale (anche su scala provinciale). Sul versante dei siti internet, oltre ad un numero sempre maggiore di portali con le stesse caratteristiche di offerta di informazioni su turismo, commercio, spettacolo, notizie utili, ecc., stanno in questi ultimi tempi apparendo alcuni siti di informazione locale, anch'essi però come corollario e con le stesse notizie già pubblicate sui notiziari cartacei, che rimangono comunque gli organi più influenti ed "autorevoli" per il cittadino della nostra provincia.

Dal punto di vista demografico è ormai assodata la caratteristica negativa della provincia di Alessandria come una delle più basse in Italia per il saldo negativo tra indice di natalità e mortalità, e seconda solo a Trieste per la percentuale della popolazione appartenente alla "terza età". Inoltre, la notevole polverizzazione dei Comuni, 190 in tutta la provincia, con solamente sette "agglomerati cittadini", rappresenta un ostacolo per chi promuove iniziative che nelle intenzioni dovrebbero avere una portata "extra-moenia" e far accorrere pubblico dalle zone limitrofe.

Nel particolare, la composizione demografica di Valenza vede questi dati, al 31 dicembre 2001:

  • popolazione residente: 20.747
  • persone tra 15 e 19 anni: 753 persone, pari al 3,7%
  • tra 20 e 24 anni: 1.032 persone, pari al 4,9%
  • tra 25 e 29 anni: 1.481 persone, pari al 7,1%
  • tra 30 e 34 anni: 1.739 persone, pari al 8,3%
  • tra 35 e 39 anni: 1.816 persone, pari al 8,7%
  • tra 40 e 65 anni: 7.072 persone, pari al 34,08%
  • popolazione oltre 65 anni: 4.694 persone, pari al 22.6%

La fascia d'età cittadina potenzialmente interessata (tra 20 e 40 anni d'età) a fruire dei servizi ed iniziative del centro polifunzionale, ammonterebbe quindi al 30% circa dell'intera popolazione valenzana, ovvero poco più di 6.200 persone. Nelle intenzioni degli elaboratori del progetto, uno degli obiettivi è sicuramente quello di coinvolgere il pubblico compreso nella fascia di età indicata, ma appartenente ad un ambito territoriale molto più ampio.

Allargando il raggio d'azione territoriale si possono immaginare due tipologie di potenziali fruitori: i primi, attratti dal locale ove trascorrere la serata e provenienti da zone dalle quali si possa giungere a Valenza in un tempo compreso tra 15 e 20 minuti (territori appartenenti all'alessandrino, al Monferrato ma anche, oltre provincia, dalla Lomellina e dall'astigiano); i secondi, in occasione di eventi particolarmente rilevanti, capaci di affollare (si spera) il nostro locale percorrendo distanze maggiori. Il bacino d'utenza aumenterebbe di conseguenza, toccando, nel primo caso, quasi duecentomila persone nella fascia tra 20 e 40 anni.(vedi tabella 1).

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Pubblici di riferimento

<<stiamo assistendo in questi anni a un incoraggiante avvicinamento dei giovani al mondo del vino.se ci guardiamo attorno notiamo proliferare vorticoso di enoteche, wine bar, osteria con mescita, vinerie. gli stessi semplici bar si stanno attrezzando vere e proprie carte vini. non stiamo suonando il peana ai locali tradizionali tipo pub o pizzerie tutta birra, i quali restano primi posti nelle preferenze "popolo della notte", ma sicuramente è atto una sorta "riconversione": siamo davvero fronte nuovo fenomeno da promuovere seguire attenzione>Stiamo assistendo in questi anni a un incoraggiante avvicinamento dei giovani al mondo del vino.Se ci guardiamo attorno notiamo un proliferare vorticoso di enoteche, wine bar, osteria con mescita, vinerie. Gli stessi semplici bar si stanno attrezzando con vere e proprie carte dei vini. Non stiamo suonando il peana ai locali giovani tradizionali tipo pub o pizzerie a tutta birra, i quali restano ai primi posti nelle preferenze del "popolo della notte", ma sicuramente è in atto una sorta di "riconversione": siamo davvero di fronte a un nuovo fenomeno da promuovere e seguire con attenzione>. Tratto dall'articolo: "E' rinata la vecchia piola ora si chiama wine bar", di Carlo Petrini su "TTL", supplemento a "La Stampa" - 16 febbraio 2002.

Fenomeno da seguire ma, ed è questa la "scommessa" che sottende questo progetto, da correggere ed adattare secondo le specificità locali: da un lato cercando di evitare una semplice aggiunta di un altro locale ai molti, già presenti nel Monferrato e nelle Langhe, favoriti dalla collocazione geografica che li pone in area "d.o.c."; dall'altro, affiancando all'osteria "riconvertita" un particolare spazio culturale di cui è sicuramente più scarsa la presenza nei nostri territori. L'unione, fisica, spaziale, progettuale, esecutiva, di questi due momenti aggregativi costituisce il valore aggiunto e (si spera) vincente dell'idea.

La collocazione del sito è nel cuore del centro storico cittadino, fatto di aree di circolazione veicolare strette ed a senso unico; la composizione socio-demografica è caratterizzata da famiglie di estrazione popolare (operai, pensionati, studenti, nuova immigrazione prevalentemente extracomunitaria) ed attività quali piccoli laboratori orafi ed officine meccaniche. L'unicità del progetto consiste nell'unione, in un unico spazio, di attività ludico-ricreative ed iniziative culturali, ma anche di opportunità per organismi privati, di fruire non a scopo di lucro di luoghi attrezzati per le proprie esigenze e per espletare le proprie attività. Non paiono esistere casi simili nel nostro territorio provinciale.

Oltre ai residenti, si potrà quindi contare potenzialmente su un vasto pubblico interessato alla frequentazione serale del locale, ma anche su associazioni e gruppi a carattere teatrale, d'animazione, musicale, ecc., che utilizzerebbero lo spazio per lo svolgimento di laboratori e/o corsi, la preparazione di spettacoli o altro ancora. Se è vero che la struttura attrezzata si presta ad una differenziazione di interventi, occorre definire con grande precisione i confini e le capacità di utilizzo di ognuna delle sezioni di cui si compone la struttura per meglio caratterizzarla e saperla descrivere con la massima precisione a ciascuno degli utenti "specializzati" in relazione all'uso che ne vorranno fare.

Devono, quindi, essere studiati e programmati i piani operativi, le azioni, le attività e le risorse dei diversi settori di cui si compone il progetto, per arrivare alla loro modulazione e sottoporli ad una continua verifica. Soprattutto nel Monferrato, grazie ad una continua e persistente campagna informativa sulle attrattive paesaggistiche ed eno-gastronomiche del territorio (oramai assunte al rango di identità culturale), sono nati locali di intrattenimento. Essi sono frequentati soprattutto, nel fine settimana, da una fascia di pubblico proveniente dai centri capizona della provincia ma anche da altri capoluoghi: Asti e Torino. E' un segmento di età compresa tra i venti ed i quarant'anni; tale utenza ha una buona capacità di movimento e "circolazione" e varia di frequente zona ma abitualmente presta attenzione ad una determinata offerta ricreativa che sappia unire allo svago quel tocco di "curiosità culturale" che si pone al di fuori dei consueti parametri del divertimento puro e semplice.

Valenza è attualmente al di fuori da tale "circuito", composto da semplici vinerie, da locali più attenti ai prodotti tipici e ricercati, da spazi dove a queste particolarità si aggiunge lo spettacolo (concerti jazz, rock, cabaret) come ulteriore forza di attrazione. Un particolare sforzo dovrà dunque essere dedicato per far conoscere a questa potenziale fascia d'utenza le tipicità del locale valenzano, attraendola nel nostro comune e, in definitiva, per inserire Valenza a pieno titolo nel circuito privilegiato da questo tipo di frequentatori (è purtroppo risaputo che, difficilmente, persone residenti in altri comuni capitano nelle ore serali a Valenza, per motivi non specificamente legati al lavoro). L'attenzione che un sempre crescente numero di persone dedica alla cultura del buon bere e del buon cibo, deve inoltre far riflettere e ponderare sul tipo di locale che si intende realizzare. La possibile scelta opzionale (semplice bar, vineria "sofisticata" o un'opzione intermedia fra i due estremi) non può non influenzare la fascia di utenza.

Ma, per contro, la tipologia dei frequentatori inciderà inevitabilmente sulla caratterizzazione che il locale andrà assumendo proprio in virtù di ciò che vi si farà e di chi lo frequenterà. Occorrerà quindi evitare incertezze sulle scelte da operare ed agire affinché il locale contenga in sé una sua forte caratterizzazione, specificità ed unicità, che lo distinguano da tanti altri semplici luoghi di svago già presenti nelle nostre zone. E' forse più facile identificare, conquistare e fidelizzare il pubblico di riferimento per un locale come quello che si va progettando, a partire dalle presunte attitudini ed interessi culturali di questi utenti, piuttosto che dalla semplice segmentazione per fasce d'età; sicuramente si tratta di un pubblico che, per la sua capacità di movimento e dinamismo territoriale, deve essere maggiorenne, informato ed attento a ciò che gli accade intorno e motivato nelle proprie scelte per trascorrere il tempo libero e le serate dedicate all'intrattenimento.

Lo sforzo degli organizzatori, legato ad una vasta ed incisiva campagna promozionale, corrispondente all'apertura del locale, dovrà quindi essere speso per contrastare la riluttanza fisiologica delle persone residenti in altri comuni a raggiungere la nostra città nelle ore serali per motivi non specificatamente legati al lavoro. Individuato il pubblico di riferimento, delimitato da un'ampia fascia d'età, sarà poi il tipo di programmazione a segmentare di volta in volta questo insieme distribuendone i componenti nelle diverse attività in cui si articolerà la programmazione del centro polifunzionale. La scommessa sarà proprio quella di creare diversi centri d'attenzione, ognuno dei quali in grado di rispondere attivamente alla domanda culturale ma anche gastronomica delle diverse fasce di frequentatori così frammentati.

Pertanto, se l'obiettivo di una Pubblica Amministrazione è quello di accrescere la quota di cittadini residenti e provenienti dal territorio circostante da coinvolgere attivamente nelle iniziative proposte, soprattutto quando si offrono nuove opportunità e si creano accoglienti luoghi destinati alla ricreazione, occorre che la cosiddetta "macchina comunale", venga coinvolta, se non nella progettazione e realizzazione delle attività, perlomeno nello sviluppo di quei settori culturali individuati come strategici nell'ottica delle politiche culturali istituzionali, oltre che nell'offerta di supporti amministrativi, mediante il coordinamento ed affiancandosi all'organizzazione che direttamente gestirà il centro.

Tanto maggiore dovrà essere il coinvolgimento dell'Amministrazione Comunale quanto più consistenti ed approfonditi risulteranno i legami e le collaborazioni con altri enti pubblici (Provincia, Regione) e con i privati. E' comunque essenziale che l'insieme del progetto e della programmazione delle iniziative corrisponda ad una precisa strategia dell'Amministrazione Comunale e che, soprattutto all'esterno, in sede di promozione per garantire una completa ed inequivocabile visibilità, appaia determinate il ruolo dell'ente, come referente principale del soggetto privato e come motore organizzativo.

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SWOT

Elementi di forza:

  • miglioramento della qualità della vita dei cittadini;
  • miglioramento dell'immagine della città;
  • maggiore possibilità di aggregazione;
  • altro luogo per fare/fruire cultura;
  • luogo dove valorizzare/diffondere le culture enogastronomiche;
  • nuovo spazio a disposizione delle associazioni.

Opportunità:

  • posizione geografica a cavallo fra due province;
  • presenza, all'interno del gruppo di progetto, di alcune persone che hanno, in passato, partecipato all'organizzazione e alla gestione di un centro di aggregazione e di promozione culturale di discreto successo;
  • presenza in città di un Istituto Statale d'Arte ad indirizzo orafo (l'unico in Italia) nel quale confluiscono annualmente moltissimi ragazzi e ragazze fra i quindici e i venti anni da ogni parte d'Italia ed anche dall'estero.

Elementi i debolezza:

  • naturale "ritrosia" dei valenzani (snobismo) nel frequentare qualsiasi locale cittadino;
  • incertezza sui possibili tempi lunghi dell'Amministrazione comunale per la consegna della struttura;
  • incertezza sui soggetti a cui affidare la gestione della vineria.

Minacce:

  • pericolo che in questi anni si apra un locale simile relativamente vicino;
  • scarsa capacità gestionale del soggetto cui sarà affidato il Centro e difficoltà nell'individuare e promuovere le dinamiche culturali adatte:
  • difficoltà amministrative e lungaggini burocratiche da parte del Comune nel rispondere alle sollecitazioni e proposte del soggetto che gestirà il Centro.

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Strategie e priorità

La ricerca e l'individuazione di un soggetto capace di assicurare la corretta gestione del Centro costituirà sicuramente il primo momento di pianificazione della strategia e dovrà concludersi in tempi tali da consentire l'inizio delle attività subito dopo la conclusione dei lavori di allestimento dei locali. Date le caratteristiche del Centro, il soggetto prescelto dovrà avere in sé l'esperienza e fornire competenze sia sulle capacità di organizzazione e gestione del personale che sotto il profilo di progettazione di eventi ludico/culturali.

Determinante sarà la conoscenza ed il rapporto con le organizzazioni ed i singoli che producono ed organizzano eventi, non solo in ambito provinciale, ma già inseriti nei circuiti musicali e teatrali di pari livello. Già confermato da altre realtà simili, i proventi derivanti dalla gestione del locale costituiranno il serbatoio economico principale che consentirà di finanziare e programmare l'attività culturale: per tali motivi dovranno essere predisposte accuratamente, valutate, testate continuamente e modificate, le proposte enogastronomiche, con particolare attenzione all'offerta che possa coniugare qualità e ricercatezza, anche per posizionare la "vineria" (o con altra definizione) al livello predeterminato.

Il piano di comunicazione dovrà essere pertanto predisposto connettendo questi due ambiti e legandoli tra loro per fare scaturire la specificità e l'innovatività della proposta; se risulta più "appetibile" ad una fascia maggiore di pubblico una serata a tavola con piatti e bevande tipiche e/o particolari, occorrerà impegnarsi a produrre un flusso di presenze dallo spazio dedicato alla "cultura del gusto" a quello più tipicamente culturale, cercando nuove forme propositive a partire dall'interconnessione corpo/mente e dalla possibile varietà delle soluzioni.

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Il Piano operativo

Nel marzo 2000 venne presentato all'Amministrazione comunale il progetto preliminare per la formazione del Centro Polifunzionale San Rocco.

Tale progetto, oltre al recupero dell'ex chiesa ed il relativo ampliamento, considerava anche la sistemazione degli spazi circostanti costituiti dalla Piazza dello Statuto e dal largo della Colombina. Il progetto esecutivo (vedi pag. 3 "Idee e contenuti"), comprensivo delle relazioni tecniche inerenti gli impianti di riscaldamento, idrico sanitario ed elettrico, presentato nel dicembre 2000 ricomprende soltanto l'ex chiesa e l'adiacente ampliamento confermandone sostanzialmente l'impostazione.

Gli spazi accessori e di servizio della sala multifunzionale sono così descritti:

  • un foyer ed annesso deposito per gli arredi mobili della sala, con galleria soprastante accessibile dal contiguo spazio ludico;
  • un palcoscenico, connesso con la sala per mezzo di una rampa e gli annessi spogliatoio e servizi igienici al di sopra dei quali sono previsti una balconata, costituente scenografia fissa ed un locale per il deposito di attrezzature e complementi di arredo e scenografia mobile.

I locali dovrebbero essere così composti (vedi planimetrie 1 e 2) :

  • al piano terra, un locale indipendente destinato a centrale termica;
  • lo spazio bar di mq. 55,60 con gli adiacenti locali di servizio ed il disimpegno con la scala di accesso al primo piano;
  • al piano primo, uno spazio gioco di mq. 55,60 ed adiacente locale per riunioni ed archivio, il disimpegno ed i servizi igienici funzionali anche agli spazi previsti nell'ex chiesa.

Nell'annesso locale ristrutturato verrà aperta una vineria che oltre alla vendita di prodotti locali garantirà la ristorazione. Nei fine settimana, i gestori del locale utilizzeranno gli interi spazi del complesso, compresa una sala polifunzionale ed un palco, offrendo, oltre ai prodotti enogastronomici, anche la possibilità di ascoltare dal vivo eventi spettacolari con una forte valenza culturale. La sala polifunzionale vera e propria e l'annesso palcoscenico potranno essere messi a disposizione dall'Amministrazione comunale (o dagli eventuali gestori del locale), dal lunedì al giovedì, per gestire in proprio spettacoli, affittarla a terzi o affidarla a formazioni musicali, teatrali, emergenti e/o locali per l'autonomo dispiegarsi delle loro attività.

Questi spazi potranno essere inoltre utilizzati come "caffè letterario" con letture dal vivo, conferenze, nonché come sala espositiva incentrata prevalentemente sulle forme espressive contemporanee e la fotografia.

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Tempi e azioni

Nella seduta del 29 aprile 2002 il Consiglio Comunale ha approvato l'accordo quadro del Prusst (progetti di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile) del Piemonte meridionale, comprendente progetti selezionati dal Ministero dei Lavori Pubblici, all'interno del quale è inserito il piano di recupero di Piazza Statuto e dell'ex-chiesa di San Rocco.

I tempi previsti dal Prusst, a partire dal mese di gennaio 2002, sono i seguenti:

  • termine di perfezionamento degli adempimenti amministrativi (comprese procedure d'appalto): gennaio 2003;
  • termine di completamento e piena funzionalità dell'intervento (tempi previsti di cantiere e collaudo): aprile 2004;
  • durata totale: 39 mesi (aprile 2005);
  • data di previsione inizio lavori: gennaio 2003;
  • data prevista di fine lavori: aprile 2005.

Di fatto il Comune di Valenza ha già provveduto ad indire il bando di gara pubblico incanto relativo a "esecuzione dei lavori e provviste occorrenti per la ristrutturazione dell'ex-chiesa di San Rocco e per la realizzazione di un centro polifunzionale": il bando è scaduto il 6 maggio 2002 ed il termine di esecuzione dei lavori è stato definito il 300 giorni naturali e consecutivi decorrenti dalla data di consegna dei lavori.

L'importo complessivo dell'appalto (compresi gli oneri per la sicurezza è stato fissato in 302.989,52 euro.

Gli oneri per l'attuazione dei piani della sicurezza non soggetti a ribasso ammontano a 17,537,07 euro.

L'importo dell'appalto al netto degli oneri per la sicurezza è dunque di 285.452,45 euro.

Presumendo, pertanto, la conclusione dei lavori per il mese di giugno 2003, occorrerà predisporre altra trattativa privata con ditte specializzate per la fornitura di: arredi per allestimento spazio vineria (bancone, tavolini, sedie, altri oggetti d'arredamento); attrezzature per allestimento palco spettacoli (luci, impianto microfonico e d'amplificazione, tendaggi e quinte).

Sono anche da prevedere tutte le misure per la messa in sicurezza dei locali che dovranno coordinarsi con gli altri lavori per la sistemazione degli spazi. Ponendo come termine per la scelta di detti materiali lo stesso mese di giugno 2003, la fornitura, la posa ed il collaudo degli stessi potrebbe avvenire entro la fine del prossimo anno e consentire, quindi, l'apertura del Centro polifunzionale nei mesi di marzo/aprile 2004. Tale ipotesi consentirebbe di prospettare una "stagione" di spettacoli di pochi mesi in grado di saggiare e verificare anche i gusti dell'utenza e orientare di conseguenza le scelte dei gestori e del Comune, sia nell'enogastronomia che nell'offerta culturale.

Il percorso per la realizzazione delle opere e delle infrastrutture è quindi già definito nei tempi e nei modi, seguendo le disposizioni di legge: occorre ora delinerare il quadro della tempistica e delle risorse umane necessarie per la creazione e la gestione degli spazi e delle attività che ivi avranno luogo. Dovranno infatti essere accuratamente programmate le procedure per la scelta del soggetto gestore in modo tale da avviare la collaborazione pubblico/privato parallelamente allo svolgimento dei lavori e della ristrutturazione dei locali, seguendo i tempi sopra indicati.

La necessità di avere con certezza ed in anticipo un soggetto ben definito che si occuperà della gestione del Centro, risponde anche all'esigenza di predisporre e far partire un piano di comunicazione nei mesi precedenti all'apertura, al fine di fornire informazioni ai cittadini/utenti valenzani sullo stato dei lavori e sulla definizione degli stessi e mettere in moto un processo di creazione di attenzioni ed aspettative, sia nei confronti dei valenzani che dei potenziali utenti in provincia. Una vera e propria campagna promozionale potrebbe essere studiata anche affidandosi a studi pubblicitari specializzati.

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Risorse umane

Lasciando all'Amministrazione Comunale le decisioni finali inerenti l'affidamento in gestione dei locali e dei servizi (vineria e sala spettacoli) ad un organismo esterno (associazione culturale, cooperativa o altro) si prospetta di seguito il possibile fabbisogno e la suddivisione dei compiti e delle risorse umane (comunque a carico del soggetto gestore) necessarie per il complessivo funzionamento del centro polifunzionale. Dovranno innanzitutto essere individuati con precisione i referenti delle organizzazioni interessate alla gestione del Centro: responsabili dell'associazione e/o cooperativa, curatori della programmazione (culturale ed enogastronomica), funzionari comunali che cureranno, collaboreranno e "controlleranno" l'andamento delle attività. Si presume, inoltre, la seguente situazione gestionale: - apertura locale vineria: dal martedì alla domenica, dalle ore 19 alle ore 24. - spettacoli, dalle ore 21 alle ore 24. - risorse umane necessarie: n. 2 persone al bancone e cassa n. 3 persone di servizio ai tavoli n. 2 persone in cucina per preparazione piatti caldi e freddi Nelle serate di spettacolo, inoltre, altre due persone dovrebbero occuparsi dell'allestimento del palco, seguire i musicisti/attori dal loro arrivo a fine esibizione. Potrebbe anche essere presente una persona quale tecnico luci e/o mixerista in caso di spettacoli che necessitano di attrezzature di illuminazione del palco e per l'amplificazione. Occorrerà dedicare anche attenzione alla scelta del personale "di sala", il quale dovrà essere sicuramente esperto nella somministrazione di cibi e bevande (anche al servizio al tavolo); allo stesso modo, coloro che si occuperanno dell'organizzazione delle serate di spettacolo, dovranno dimostrare conoscenza ed esperienza, sia dal lato tecnico (allestimento palco) ed offrire altrettante garanzie come manager ed organizzatori culturali.

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Individuazione delle voci di costo e di ricavo

 

Vengono individuate le diverse voci di costo e ricavo, lasciando all'amministrazione comunale il compito, attraverso la stipula di una convenzione, di suddividere spese ed entrate con maggiore precisione.

COSTI DI PROGETTO Vineria:

  • allestimento locali
  • acquisto cibi e bevande

Sala spettacoli:

  • allestimento locali
  • allestimento palco

COSTI DI COMUNICAZIONE
Promozione attività del Centro polifunzionale attraverso:

  • pubblicità su organi di informazione locali (singole serate e rassegne);
  • pubblicità su organi di informazione specializzati (musica, teatro, ecc.);
  • creazione e stampa bollettino informativo sulle attività;
  • stampa e affissione manifesti per singoli spettacoli;
  • pubblicità su radio e TV locali;
  • comunicati stampa a organi di informazione (carta stampata, radio, TV, siti internet locali, stampa specializzata);
  • ideazione e creazione eventuale logo e gadgets;

SPESE GENERALI

  • licenze di pubblico esercizio e spettacolo
  • assicurazioni
  • imposte e tasse locali
  • spese per elettricità
  • spese per acqua
  • spese per riscaldamento
  • spese telefoniche
  • spese per pulizia locali
  • cachet per artisti/musicisti
  • spese S.I.A.E.

RICAVI
Vineria:

  • vendita cibi e bevande

Sala spettacoli:

  • biglietti d'ingresso
  • affitto sala per corsi, spettacoli, laboratori, mostre, ecc.

FINANZIAMENTI PUBBLICI

  • contributi da Comune, Provincia, Regione
  • contributi per laboratori, corsi, ecc.
  • contributi per rassegne, spettacoli, mostre, ecc.
  • fondi UE destinati alla formazione

FINANZIAMENTI PRIVATI

  • sponsorizzazioni per spettacoli
  • sponsorizzazioni per vendita prodotti enogastronomici
  • sponsorizzazioni per materiale pubblicitario all'interno del Centro

FUND RAISING

Per i finanziamenti pubblici e per quelli UE si dovranno necessariamente seguire le procedure dettate dai bandi di concorso e per la concessione di contributi previste dalle normative in materia.

Occorrerà pertanto stabilire decisi contatti e continui rapporti con gli uffici e gli assessorati competenti. Per i finanziamenti privati dovranno altresì essere instaurati e consolidati i rapporti con i potenziali sponsor (banche, fondazioni bancarie, organizzazioni commerciali, aziende enogastronomiche, associazioni di categoria, ecc.), con la presentazione continua di progetti ed iniziative.

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Valutazione

 

Diverse possono essere le chiavi di autovalutazione del progetto e del raggiungimento degli obiettivi prefissati attraverso criteri e parametri chiari e misurabili: è sicuramente necessaria una ricognizione periodica delle attività, del loro impatto sull'ambiente sociale (cittadino e territoriale) ed un monitoraggio costante sui costi di gestione e di organizzazione. Come descritto nel paragrafo su tempi e azioni, esiste già un percorso avviato che dovrebbe condurre in tempi definiti dal bando di gara per la ristrutturazione degli spazi alla conclusione dei lavori con una spesa fissata dal bando stesso.

Primo parametro non potrà quindi non essere il rispetto dei tempi e delle spese indicate dall'Amministrazione comunale e l'eventuale grado di spostamento da queste ultime. Trattandosi di pubblica amministrazione, sarebbe sicuramente un risultato assai qualificante, anche e soprattutto sul piano dell'immagine e delle aspettative della cittadinanza, l'ultimazione dei lavori seguendo il calendario stabilito. La campagna promozionale da avviarsi nelle settimane precedenti all'apertura ufficiale del Centro dovrebbe almeno condurre ad una numerosa e qualificata presenza di utenti e professionali all'inaugurazione degli spazi, da svolgersi con una cerimonia capace di attrarre e proporre le potenzialità e l'innovatività dell'idea realizzata.

Con l'apertura plurisettimanale del locale e l'organizzazione di serate/spettacolo (singole o rassegne), i possibili indicatori per misurare il successo e l'inserimento del nuovo locale all'interno dei percorsi ludico/culturali nel bacino d'utenza prima determinato, potrebbero essere i seguenti:

  • numero di utenti (ed incassi) nel locale vineria (in percentuale sui posti a sedere disponibili) e riferiti ai diversi giorni della settimana in cui il locale è aperto, all'abbinamento con serate di spettacolo e considerando anche i diversi consumi enogastronomici per individuare gusti e preferenze del pubblico;
  • numero di biglietti venduti in occasione delle serate di spettacolo, suddividendoli a loro volta a seconda del tipo, serata, prezzo del biglietto, per una ulteriore disaggregazione dei parametri di riscontro sull'apprezzamento del pubblico all'offerta;
  • provenienza territoriale dell'utenza (valenzani, provinciali, extraprovinciali): dovrebbe risultare abbastanza semplice ottenere direttamente questo dato dai frequentatori attraverso un approccio "friendly", come è giusto per un locale ove trascorrere una serata piacevole. La creazione di un indirizzario per trasmettere le proposte del Centro deve essere sicuramente messa in previsione per fidelizzare maggiormente gli utenti.
  • la visibilità delle notizie sulle attività del Centro tra gli organi di informazione (locale, stampa specializzata), misurata sia in termini di spazio cartaceo, ripetizione degli annunci via etere, attrazione sulle pagine internet, sia in rapporto alla visibilità concessa ad appuntamenti simili sugli stessi mezzi di informazione (parleranno più di noi o del "DiavoloRosso"?). Da considerare, in tale settore, anche il rapporto tra informazione "di qualità" (stampa specializzata, quotidiano a tiratura nazionale e, comunque, con giudizi favorevoli) e quella che può comparire sugli organi di informazione locali e generalisti;
  • capacità organizzative dell'organismo cui sarà affidata la gestione del Centro: numero di persone impiegate (quotidianamente o in occasione di serate di spettacolo) nell'arco di un periodo temporale di alcuni mesi, verificando l'effettiva necessità del personale utilizzato.

Gli indicatori suesposti dovranno poi, per assumere effettiva validità', essere messi in rapporto con esperienze similari e confrontandoli con dati statistici sul consumo culturale e ludico in ambito provinciale, per verificare quanto sia realmente incisiva ed innovativa la nostra proposta, in un determinato periodo di tempo. Occorre anche tenere presente come un locale di intrattenimento abbia, in definitiva, un proprio "ciclo di vita", che a volte si manifesta con una subitanea esplosione e successo (magari per essere sostituito poco tempo dopo da altro locale, più "di tendenza") come pure mantenere un assetto costante ma non elevato per alcuni anni prima di vedere riconosciuto il favore del pubblico. La bontà e l'intensità delle proposte è sicuramente un fattore determinante per decretare la vittoria alla scommessa che sta alla base del progetto, anche se di pari grado di difficoltà risulta la creazione ed il consolidamento di un proprio pubblico di riferimento. La tipologia e le abitudini del pubblico della nostra città e di quelle limitrofe fanno presumere che un effettivo riscontro sull'impatto della nostra proposta culturale e l'individuazione dei fattori di successo/insuccesso potranno essere misurati e valutati dopo diverso tempo dall'apertura ed in ogni caso non nei primi mesi.

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Interviste

 

11 marzo 2002: chiacchierata con Alberto Del Sarto, distributore di vini con passate esperienze di gestione di locali (di successo) in Alessandria, e con Roberto Livraghi, Dirigente della Camera di Commercio di Alessandria, fondatore della Associazione culturale "Città Nuova" di Alessandria Cosa ne pensate dell'attuale offerta di occasioni di intrattenimento "culturale" (materiale e non) nella zona di Alessandria?

R.L.: "Occasionale". E' la prima cosa che mi viene in mente. Se tu sfogli le pagine del Piccolo (giornale locale) puoi anche trovare dieci cose da fare o da vedere, alla settimana. Ma sono tutti eventi occasionali, non collegati, per niente programmati e poco promossi. Devi "faticare" per trovarli. Nel fine settimana, puoi andare a cena ma dopo? O al cinema o a bere qualcosa magari neanche particolare in qualche locale con musica in sottofondo, raramente dal vivo. Manca un locale che ti dia la "sicurezza" dell'offerta. Un locale che ti offra, se vuoi da bere e da mangiare (magari bene) ma che ti offra anche uno "spettacolo". Un locale che ti permetta di pensare: "andiamo al..qualcosa c'è"

A.D: Si, in effetti un locale come mi hai descritto manca. Deve essere però fondato sulla qualità. Dovete fare un discorso di qualità. Sia in senso enogastronomico, sia in senso più strettamente "culturale". Alessandria si sta riempiendo di cosiddette "vinerie". In realtà forse solo una lo è davvero (offre solo vino di qualità e con ampia scelta, con qualche stuzzichino freddo). Gli altri o sono bar che offrono del vino, e molte volte senza una adeguata professionalità/serietà alle spalle, o sono bistrot/ristoranti. Non si tratta però di fare necessariamente i puri. Si può pensare anche ad un locale "ibrido". Un locale che offra pochi e diversi prodotti ma di qualità. Non c'è un locale, per esempio, in zona che offra la birra come si beve davvero in Germania. Nessuno cioè che abbia un bancone frigo refrigerato da dove spillare direttamente la birra. La birra in questo modo non è gasata e se ne può bere molto di più. Se, come fanno tutti per risparmiare nell'investimento iniziale, la birra la spilli per compressione la raffreddi con serpentine refrigeranti sicuramente ti devi accontentare del prodotto medio offerto da tutti (indipendentemente dalla qualità della birra). Si tratta anche di educare. Educare al bere e mangiare corretto. E' vero che specialmente i giovani, specialmente il sabato sera, ingurgitano qualsiasi cosa. Dopo però ci pensano, fanno i confronti, e ti accorgi che se offri un prodotto migliore, tornano da te. Però è anche importante, fondamentale, il gestore del locale. Luogo, momento, arredamento, qualità ma poi ai tavoli deve esserci qualcuno socievole, interessante, competente. La musica dal vivo o qualsiasi altro spettacolo di per se "non paga". Lo consideri un investimento. Devi fare i conti: quanti posti a sedere e quanti in piedi, un incasso medio per persona, e vedi se puoi rientrare della cifra che ti costa lo spettacolo (musicisti, impianto, siae, ecc.). Difficilmente si andrà in pari. ma lo si considera immagine/pubblicità, sono un valore aggiunto.

Si può anche pensare ad un locale che faccia "l'aperitivo lungo" [stuzzichini, focacce, pizzette, salame ecc. accompagnati da grande scelta di vini] magari dalle 18.00 alle 22.00. Stanno avendo successo in questo periodo, si guadagna bene. In Al c'è un bar che riesce a fare 600 passaggi in una sera!!

Vi passo un'idea vincente! Fate una "vineria gran bazar" dove tutto, dico tutto è in vendita: vini e salami ma anche sedie, tavoli, bicchieri, lampade, ecc.

R.L.: In un luogo così vedrei bene anche corsi di degustazione o serate a tema.

Abbiamo inviato ad Alberto CAMPO, critico musicale de "La Repubblica", organizzatore culturale e di spettacolo, soprattutto nell'area torinese, alcune domande via e-mail.

  • A grandi linee, quali possono essere le differenze, se esistono, tra pubblici metropolitani (come a Torino) e pubblici appartenenti a zone più vaste e frastagliate, come la provincia di Alessandria, (dinamismo culturale, rispondenza alle offerte innovative, fedeltà ad un locale o tipo di spettacolo)?

La cosa più evidente è una maggiore lentezza nell'assorbimento delle novità - mode o fenomeni. Ciò che nelle grandi città, affamate di esperienze inedite, funziona immediatamente, in provincia raggiunge lo scopo solo dopo la "legittimazione metropolitana". Ma è vero, d'altra parte, che i fenomeni che in città evaporano rapidamente sono più persistenti nei piccoli centri.

  • In genere, quali sono gli aspetti che interessano maggiormente o che sono subito percepiti e creano interesse, all'apertura di un nuovo spazio ludico/culturale?

L'atmosfera che evoca attraverso arredamento, personale e mood. Il fatto che sia insieme nuovo e accogliente.

  • I gestori di un nuovo locale di spettacolo devono proporsi il coinvolgimento di un determinato settore di pubblico (proponendo un particolare genere musicale, solo teatro o cabaret, altro), oppure devono spaziare tra diverse proposte, cercando di diversificare la presenza degli spettatori?

Per esperienza, soprattutto nei piccoli centri, direi che vale un mosaico di fattori - preferibilmente tra loro coerenti. Lavorare a tema su un solo soggetto è impensabile.

  • In un territorio, quale la provincia di Alessandria, con sei centri capizona, moltissimi piccoli comuni, scarsa offerta culturale, quali possono essere le principali difficoltà per un nuovo spazio culturale a trovare un pubblico interessato?

Lo dici tu stesso: la frammentazione territoriale. Obiettivo dev'essere quello di fare da "centro zona" (tipo "Le Macabre" a Bra).

  • Per predisporre una campagna di comunicazione sull'apertura di un nuovo locale, su quali aspetti si dovrebbe maggiormente puntare?

Comunicati radio, uscite stampa, adesivi e affissioni: va affermato il marchio.

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PROGETTO REDATTO da:

Ferruccio QUARONI Dirigente Settore Cultura, Pubblica Istruzione e sport
Riccardo MASSOLA Responsabile Biblioteca Civica
Sergio PASSALACQUA Responsabile Centro Comunale di Cultura
Silvio ZEPPA Responsabile Ufficio Relazioni con il Pubblico

Con la collaborazione di

Francesco BOVE Assessore all'Urbanistica e Beni Culturali

VALENZA, 17 giugno 2002

Area Studenti
Corso di Perfezionamento per Responsabile di Progetti Culturali
Obiettivi e progetto | Percorso formativo | Programma | Corpo docente |
Informazioni generali | Modulo di iscrizione | Progetti concordabili

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Fondazione Fitzcarraldo, via Aosta 8, 10152 Torino. Tel +39 011 5099317, fax +39 011 503361
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