Questa sera ricordiamo Herwig Poeschl che dell’ENCATC stato Co-fondatore nel 1992 e President dal 1996 al 2000, quando guidò la redazione del primo Piano strategico.
Ho incontrato Herwig nel maggio 1995 all’assemblea dell’ENCACT.Al termine di un workshop sulla cooperazione transnazionale, mi puntò il bastone in faccia e mi “ordinò” di partecipare all’Accademia estiva di Salisburgo poche settimane dopo, con un tono che non ammetteva repliche.Da allora ha rappresentato una costante fonte di ispirazione, in un dialogo intenso e con forti dissensi, stemperati da un buon cibo e vino.Abbiamo sostenuto autentiche battaglie contro paludi istituzionali, conservatorismi e inerzia intellettuale.Visionario radicale, profondo conoscitore dell’arte e dei processi creativi, egli stesso è stato un musicista e compositore di talento che ha studiato con Kagel, Stockhausen, Xenakis, fino a quando non è stato costretto a rinunciare a causa di una malattia degenerativa muscolare.Non c’è da stupirsi che abbia sempre inserito la sua infinita curiosità per ogni espressione dell’arte e della creatività e per l’innovazione digitale nei corsi di formazione in management culturale.Herwig era intransigente sulla centralità della creazione artistica e della ricerca culturale all’interno delle politiche pubbliche e della formazione in management culturale; e quindi non accettò mai che il sostegno pubblico all’arte e alla cultura non fosse più al centro dei programmi politici.
Questa intransigenza sostenuta da un temperamento deciso e da una palese insofferenza per mediocrità e arroganza lo portò ad uno scontro prima con il governo austriaco di centro destra e poi con molti altri.Ma la sua spesso provocatoria schiettezza, il pensare fuori dagli schemi, se necessario anche ribaltando il tavolo, era una boccata d’aria fresca, e sono sicuro che chi di voi lo ha conosciuto è pienamente d’accordo.Quando fu costretto a smettere di suonare, dedicò le sue energie alla rigenerazione urbana e rurale a base culturale, dando vita all’”Istituto per la cultura quotidiana”. Dal 1980 al 1990 lavorò a progetti di sviluppo per il cambiamento culturale, sociale ed economico in aree minerarie e industriali nell’Austria meridionale, creando il KulturForum di Hallein.Nel 1986 come responsabile del piano strategico culturale di Salisburgo, scrisse il primo piano di sviluppo culturale della città, quadruplicando il bilancio della cultura e dando un nuovo impulso alla scena artistica contemporanea aprendo la Rockhaus e la LiteraturHaus.Negli stessi anni contribuì al dibattito e allo sviluppo delle politiche culturali in Austria, redigendo il progetto di Agenzia nazionale per lo sviluppo culturale e affiancando come consigliere culturale il cofondatore del nascente Partito dei Verdi.
Ma Herwig è stato prima di tutto un pioniere e un leader della formazione in management culturale attraverso le attività dell’ICCM Centro Internazionale per la Cultura e il Management, da lui fondato nel 1989, attivo fino al 2008: un’esperienza rigorosa e visionaria luogo privilegiato di sviluppo professionale per oltre 1.000 operatori culturali e non.Nel 1990 diede vita in seno all’ICCM a una Summer Academy, nata originariamente come laboratorio di capacity building per i professionisti dell’Europa centrale e orientale, dopo il crollo dei regimi comunisti. Trenta professionisti, selezionati da tutto il mondo e appartenenti ai più diversi settori culturali, venivano a lavorare sui loro progetti per due settimane, con il supporto di un team internazionale e il confronto con i più innovativi artisti ospiti del Festival.Infine, anche Fondazione Fitzcarraldo deve molto ad Herwig.Ha animato il
Consiglio dei fondatori con passione e lucidità critica, progettato l’approccio metodologico e l’impianto originario del CRPC, condiviso in aula il non comune bagaglio culturale, le capacità di elaborazione strategica e le competenze di project management.La sua eredità intellettuale ed etica è la visione che mette gli artisti e i professionisti creativi al centro di tutti i processi di management culturale, come condizione sine qua non per dispiegare il potere trasformativo dell’arte per il cambiamento sociale.Per dirla con il suo amato maestro Joseph Beuys: “The only revolutionary power is the power of creativity”.
Brusselles, 19 Ottobre 2022, 30° Congress ENCACT
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